E non è finita, Angela Genoni, la ricercatrice australiana che ha condotto la ricerca che è stata pubblicata in tutto il mondo, è (casualmente) responsabile del 90% di tutti gli studi negativi sulla paleo al mondo, con dati bizzari, personalissime interpretazioni della dieta preistorica e conclusioni tutte da verificare
Ma c’è un motivo ben preciso: la guerra dei mondi ideologica tra l’ Australia e un noto Chef televisivo.
E forse non solo questo…
Claudio Tozzi
Il mio lavoro sulla GeoPaleoDiet da sempre ha una doppia vita.
I risultati di questa alimentazione sono assolutamente straordinari, gli studi scientifici che l’ attestano sono sempre più numerosi, le testimonianza di remissioni parziali o totali dei problemi sono inattaccabili cartelle cliniche alla mano.
E nessuno dice nulla.
Silenzio assoluto e balle di fieno che rotolano sui campi.
Ma appena esce uno studio negativo vengo ogni giorno letteralmente inondato da messaggi, email, bacheche facebook, ecc, da chi legge questi articoli, con la classica frase: “Che ne pensi?”.
Il cui sottotesto è: “Ma come, ci consigli sempre le diete ancestrali e poi fanno male? Ma allora…”
Del resto è anche comprensibile.
La maggioranza delle persone non ha certo l’ obbligo di avere conoscenze scientifiche per comprendere bene quello che c’è scritto veramente in quello studio, di solito riportato storpiato dai vari mass media, che nel 95% dei casi non vedono l’ ora di massacrare la paleo dieta.
La gente legge, che ne so, “La paleo dieta fa male al cuore” e gli prende un colpo.
E trent’anni di studi paleolitici, che hanno prodotto 300 ricerche positive (al 2019) in tutto il mondo, milioni di persone che hanno avuto benefici incredibili dall’ eliminazione di cereali/latticini/legumi, ecc. non improvvisamente contano più nulla.
Ma, con tutta la modestia possibile dopo tanti anni le competenze le ho e qualora non le avessi in qualche materia, ricordo che mi avvalgo dei mìgliori medici al mondo in questo settore, come il prof. Loren Cordain e il dottor Mercola, quindi gli altarini li scopro quasi subito.
Uno dei casi più eclatanti di studi antipaleo è il caso della ricercatrice australiana Angela Genoni, che per motivi che sfuggono alla comprensione umana, riesce a far pubblicare in tutto il mondo i suoi “studi” anti-paleo, mentre altre ricerche sulle diete ancestrali che mandano in remissione diabete, ipertensione, sclerosi multipla, tiroidite di Hashimoto, Retto Colite Ulcerosa ecc. non c’è nessun gloria mediatica.
Mistero.
Ma andiamo nel dettaglio, perchè nel caso siate intenzionati a fare la GeoPaleoDiet o affini (o magari la state già facendo) questo è quello che vi aspetta negli anni a venire, cioè una pletora di attacchi infami, ricerche senza nè capo nè coda con parametri arbitrari e assurdi, giornalisti in ginocchio, medici con il sopracciglio perennemento alzato e amici/parenti che faranno a gara per segnalarvi “Eh, hai visto che hanno detto della paleo?!”
Insomma, se fate parte del Ku Klux Klan avreste comunque molti meno problemi.
Facciamo un esempio pratico e cioè appunto parliamo dell’ ultimo capolavoro che viene dell’ Oceania e cioè il famigerato studio:
“La dieta paleolitica a lungo termine è associata all’assunzione di amido meno resistente, a una diversa composizione del microbiota intestinale e all’aumento delle concentrazioni sieriche di TMAO”
In questo lavoro Genoni e colleghi avrebbero scoperto che le persone che sono in Paleo Diet hanno livelli significativamente più alti di una sostanza chiamata trimetilammina–N–ossido (TMAO) che è stato associata a malattie cardiache. (1)
Apriti cielo.
Per motivi oscuri (o forse chiarissimi…) uno dei pochi lavori scientifici negativi sulla Paleo Diet viene tradotto e pubblicato con grande risalto in tutti i siti, riviste e quotidiani del mondo, con questi titoli apocalittici:
Il paradosso (o il Karma…) ha voluto che proprio nello stesso mese di luglio venisse pubblicato un altro studio sempre sul rapporto paleo diet/malattie cardiovascolari e cioè:
In questo lavoro la Paleo Diet (2):
1) Regolarizza l’ ipertensione
2) Abbassa il colesterolo LDL
3) Aumenta l’ HDL
4) Diminuisce i trigliceridi
5) Abbassa il grasso corporeo, ecc.
Sebbene nelle conclusioni i ricercatori siano stati molto cauti (“Sebbene la presente meta-analisi abbia rivelato che un Paleo Diet ha effetti favorevoli sui fattori di rischio di malattie cardiovascolari, l’evidenza non è conclusiva e sono ancora necessari studi più ben progettati.”) viene da pensare come cavolo sia possibile che un’ alimentazione possa migliorare TUTTI i parametri storicamente legati alle malattie cardio-vascolari e nello stesso tempo farti rischiare un ictus o infarto come teorizza lo studio austrialiano!
Veramente incredibile.
Sottolineo che questo studio favorevole alla Paleo diet non è una singola ricerca come nel caso della Genoni, ma un meta-analisi (cioè tutti l’ aggregazione statistica dei dati riguardanti un dato argomento) di ben otto lavori scientifici fatti in tutto il mondo, che hanno valore molto più alto a livello accademico.
Visibilità sui mass media mondiali? Zero, nemmeno un trafiletto sul Corriere di Casalpusterlengo.
Nada denada.
Ma questa è solo la prima delle incredibile incogruenze di questa storia.
Passiamo alla seconda (abbiate pazienza).
Genoni e colleghi scrivono nello studio che “La dieta paleolitica può essere classificata come dieta a basso contenuto di carboidrati (low carb diet)”, Il che non è affatto vero nella maggioranza dei casi.
Perchè con il termine “Paleo Diet” si intende in effetti anche l’ esclusione di cereali ricchi di carbo, ma sono tranquillamente permesse le patate americane, le castagne, miele e tutta la frutta comprese anche le banane, tutti cibi che contengono buone quantità di glucidi.
E in effetti la stragrande maggioranza delle persone in Paleo Diet non è affatto una “Low carb diet”, ma mangiano anche alte quantità di carboidrati, forse alla pari (o magari a volte anche di più) di chi consuma cereali e legumi.
Per esempio io stesso consumo tantissime castagne, banane, a volte un pò di miele e sono uno dei tanti, non un eccezione.
Ma la cosa “divertente” che la Genoni mette accanto alla frase ““La dieta paleolitica può essere classificata come dieta a basso contenuto di carboidrati (low carb diet)” il numeretto [5], che negli studi significa che quell’ informazione è contenuta in una fonte scientifica indicata con poi in fondo all’ articolo con lo stesso numeretto, quindi controllo e trovo questo:
Cioè la Genoni ha preso la definizione di Paleo Diet come dieta “Low Carb” da… se stessa!
Per dire…obiettivissima, eh?
Potrei anche pensare che te la sei creata cosi come pareva a te, in modo da far venire lo studio in un certo modo, ma sarei forse troppo cattivo e non voglio scriverlo.
Ma andiamo avanti.
Un problema di fibra?
Nello studio la ricercatrice australiana ha creato due gruppi di soggetti:
- Coloro che hanno consumato meno di una porzione al giorno di cereali e prodotti lattiero-caseari, sono stati assegnati al Paleolitico rigoroso (SP).
- mentre coloro che hanno consumato più di una porzione al giorno di cereali e / o prodotti lattiero-caseari sono stati assegnati al Gruppo pseudo-paleolitico (PP).
Tralasciando il fatto che se uno consuma più di una porzione al giorni di cereali/latticini non è pseudo-paleo ma l’ ennesima invenzione assurda della Genoni e se consuma pochi cereali/latticini non è in paleo lo stesso, nella discussione gli australiani scrivono:
“La minore fibra complessiva e il più alto contenuto di grassi della paleolitica stretta potrebbero aver influenzato la capacità fermentativa del microbiota di produrre TMA, dato che diete ricche di grassi possono attenuare la risposta della fermentazione”.
Solo che c’è un piccolissimo problema: non è vero che la Paleo Diet ha poca fibra.
Trevor Connor, allievo laureato del Prof. Loren Cordain, ha pubblicato un interessante tabella in questo senso.
Nella tabella 1 di seguito, c’è la scomposizione delle tre diete nello studio TMAO (vedremo poi cos’è) di Genoni et. al, paragonate alle caratteristiche della Paleo Diet originale di Cordain, il professore emerito del Dipartimento di Scienze della salute e dell’esercizio presso Colorado State University, Fort Collins, Colorado (U.S.A), riconosciuto in tutto il mondo come il riferimento per l’ alimentazione ancestrale.
C’è anche la suddivisione di due esempi di menu Paleo Diet creati dal Dr. Cordain. Uno è da pagina 29 del suo libro e l’altro è da uno studio del 2002, il dott. Cordain, pubblicato sul Journal of American Neutraceutical Association (JANA), che mostra la composizione nutritiva di un campione di dieta Paleo. [4]
Tabella 1. Confronto delle composizioni delle tre diete in Genoni et. al. a due campioni di menu Paleo Diet e composizioni di una corretta dieta Paleo e dieta non corretta a basso contenuto di carboidrati come definito nell’edizione rivista di The Paleo Diet . [1, 5]
* tratto dalla Revised Edition 2011 di The Paleo Diet, la prima e ancora considerata la definizione definitiva della dieta Paleo
** tratta da uno studio del 2002 del dottor Cordain pubblicato su JAMA contenente una delle prime analisi di un menu di dieta paleo campione
* ** 6,7 g di grassi polinsaturi (32%) erano in forma di Omega-3 rispetto a 1,0 g in una tipica dieta occidentale
Se andate alla riga delle fibre (fiber) del gruppo “Dieta paleo stretta” nello studio di Genoni et. al. possiamo vedere che ne contiene 27,4 grammi, mentre Cordain nel 2002 consigliava menu contenenti 42,5 grammi, mentre nell’ aggiornamento del 2011 arrivava a 47 grammi.
Quindi la Paleo Diet vera, quella elaborata dal padre riconosciuto in tutto il mondo di questa alimentazione, contiene in realtà PIU’ FIBRA della dieta di controllo conforme alle linee guida ufficiali austrialiane, cioè 29,7 grammi.
In pratica, la Genoni si inventa letteralmente una Paleo Diet low carb che lo stesso professore del Colorado sconsiglia nei suoi libri (ultima colonna, chiamata “Standard fad paleo diet low carb breakdown”, cioè “Dieta di moda standard paleo a basso consumo di carboidrati”) e non si allinea affatto con la VERA dieta Paleo standard (evidenziata in rosa).
In definitiva, la laureata in nutrizione e filosofia Genoni “dimentica”, incredibilmente, le specifiche del grandissimo accademico che ha creato la Paleo Diet, esegue poi un studio in cui si inventa una sua paleo low-carb che non esiste e poi dice che fa male.
E’ come se facessi uno studio sulla dieta a Zona e non prendessi come riferimento i parametri di Barry Sears che l’ ha creata, cioè una ricerca sulla 60-30-10, oppure 30-50-20 ecc. invece della normale 40% carbo-30% proteine-30% grassi della Zona originale.
Sarebbe una follia, certo, ma è esattamente quello che è stato fatto con la Paleo Diet alla School of Medical and Health Sciences Edith Cowan University, Joondalup (Perth), Australia.
Un problema di grassi?
Adesso andiamo a vedere l’ altra critica della Genoni alla Paleo Diet, quella riguardante i grassi:
“Pertanto, sebbene possano esserci prove contrastanti sull’effetto specifico del consumo di grassi saturi sul rischio di CVD (malattie cardiovascolari ndr), l’associazione positiva annotata nei dati attuali tra i grassi saturi e le concentrazioni di HDL deve essere interpretata con cautela, poiché l’assunzione di grassi saturi era anche associata al colesterolo totale concentrazioni nei gruppi paleolitici e possono comportare un aumento del rischio di CVD per un periodo più lungo. Inoltre, abbiamo trovato un’associazione positiva tra l’assunzione di grassi saturi, il peso corporeo e l’IMC (Indice di massa corporea ndr), che sono noti per aumentare il rischio di CVD (malattie cardiovascolari ndr)[ 70 ]”
Tralasciamo per ora il fatto che il collegamento grassi saturi/malattie cardiovascolari è messo in dubbio dalla stessa Genoni e che in realtà sono almeno 20 anni che è stato TOTALMENTE SMENTITO.
E facciamo finta che gli australiani si siano dimenticati che il colesterolo Hdl, quello “buono”, nella paleo diet è aumentato nel 90% degli studi (abbassando nel contempo il “cattivo” Ldl), cosi come il peso corporeo medio, quindi non si capisce come potrebbe innescare le malattie cardio-vascolari in combinazione con i grassi.
Ebbene, anche qui abbiamo un altra incogruenza incredibile, perchè se andiamo a vedere sempre la tabella sopra, la Genoni nella dieta di controllo delle linee guida ufficiali, consiglia una quantità di grassi saturi consigliati di 27,3 grammi (12% del totale), mentre Loren Cordain, nell’ ultima versione 2011, indica un apporto di 21 grammi (8,2%).
Cioè di meno.
Siamo sempre li, se ti inventi una paleo diet a piacere che non rispecchia quella vera, alla fine ti incarti con i dati che è una meraviglia.
Ed è quello che è successo a Perth.
Detto questo, tirare poi fuori sempre la storiella trita e ritrita dei grassi saturi che fanno male è comunque fortemente “vintage” perchè già nel 2001 Fran B. Hu et altri. (“Tipi di grassi alimentari e rischi malattie coronariche del cuore; un rassegna critica” Journal of the American College of Nutrition” ) scrivevano (3):
“Nel corso degli ultimi decenni, la riduzione del consumo di grassi è stato l’oggetto principale della nazionale raccomandazioni dietetiche. Nella mente del pubblico, la parola “i grassi alimentari” è diventato sinonimo con l’obesità e malattie cardiache.
Le parole “a basso contenuto di grassi”e “senza grassi” sono diventate sinonimo di salute del cuore.
In risposta alle basse campagna di grassi, l’industria alimentare ha prodotto numerosi prodotti commerciali classificati come “a basso contenuto di grassi” o “senza grassi”ma con elevate quantità di carboidrati/ zuccheri raffinati.
Ironia della sorte,mentre l’assunzione di grassi alimentari come percentuale del consumo di energia è diminuita negli Stati Uniti nel corso degli anni, il totale apporto calorico ènon è sceso, e la prevalenza di obesità e diabete di tipo 2 è cresciuta drammaticamente.
Ora è sempre più riconosciuto che la campagna a basso contenuto di grassi si è basata su poche prove scientifiche e può aver causato conseguenze impreviste per la salute.
Inoltre è sempre più apprezzato che i diversi tipi di grassi hanno effetti diversi sulla salute.
Solo due studi hanno trovato una correlazione positiva significativa tra apporto di grassi saturi e rischio cardiovascolare. Un numero molto più elevato non ha trovata NESSUNA.
Uno studio addirittura inversa tra acidi grassi polinsaturi e malattie cardiovascolari (tranne omega 3).
E ripeto, stiamo parlando una pubblicazione di 18 anni fa.
Più recentemente (2017) sono stati pubblicati i dati dello studio PURE ( Prospective Urban Rural Epidemiology), condotto per dodici anni su oltre 154 mila persone tra i 35 e i 70 anni, arruolati tra il 2003 e il 2013 in 18 paesi ad alto, medio e basso reddito dei cinque continenti, è insomma uno degli studi epidemiologici più ampi e completi sull’argomento (6).
I risultati pubblicati su Lancet affermano:
“Limitare l’assunzione di grassi non migliora la salute delle persone, che invece potrebbero trarre benefici se venisse ridotto l’apporto dei carboidrati al di sotto del 60 per cento dell’energia totale, e aumentando l’assunzione di grassi totali fino al 35 per cento.
I ricercatori hanno notato che gli individui nella classe ad alto consumo di carboidrati avevano un rischio di mortalità aumentato del 28 per cento, rispetto a quelli della classe con il più basso consumo di zuccheri, ma non un maggior rischio cardiovascolare.
Viceversa, gli individui nella fascia alta del consumo di grassi mostravano una riduzione del 23 per cento del rischio di mortalità totale, ma anche una riduzione del 18 per cento del rischio di ictus e del 30 per cento del rischio di mortalità per cause non cardiovascolari.
Ciascun tipo di grasso era associato alla riduzione del rischio di mortalità: meno 14 per cento per i grassi saturi, meno 19 per cento per i grassi monoinsaturi, meno 29 per cento per quelli polinsaturi.
Una maggiore assunzione di grassi saturi era associata a una riduzione del 21 per cento del rischio di ictus.”
Insomma, tutto il mondo va da tempo verso l’ abbassamento dei carboidrati e l’ aumento dei grassi.
Meno l’ Australia.
Il vero problema: il paleo-cuoco famoso…
Sono sicuro che tutte queste critiche provenienti dall’ Oceania non dipendano solo da un sano confronto scientifico, ma dallo scontro totale che contrappone da anni Pete Evans, un famoso paleo-chef molto famoso per varie trasmissioni di successo come “Master chef Australia” e “My Kitchen Rules (MKR)” ai medici dell’ AMA (Australian Medical Association) e i dietologi della DAA (Dietitians Association of Australia), cioè i “custodi” delle linee guida ufficiali per l’ alimentazione in quella nazione.
Infatti, da molti anni Evans conduce un battaglia molto simile alla mia contro i cereali, latticini e legumi, pubblicando anche diversi libri e producendo anche un bellissimo documentario sulla dieta chetogenica chiamato “The Magic Pill” disponibile anche su Netflix (consigliatissimo ed imperdibile).
Evans quindi ha creato un forte movimento di opinione che evidentemente in qualche modo deve essere contrastato e l’ AMA e la DAA lo fanno in ogni modo possibile, forse anche con metodi non esattamente ortodossi, screditando in ogni modo lo chef di Melbourne.
Vi faccio un esempio.
Sono quasi 20 anni che leggo studi scientifici sulla paleo diet e il 95% sono tutti positivi.
Quel 5% sono quasi tutti australiani…
Per esempio, la Genoni ha fatto ben 4 studi sulla dieta paleolitica, con risultati che definire controversi è riduttivo.
Il Dott Mark J. Smith, PhD, che ha un dottorato di ricerca in fisiologia, ha analizzato molto approfonditamente queste ricerche e ha scoperto molte diverse cose interessanti.
1) La Edith Cowan University che ha fatto questi studi, ha un programma accreditato proprio dalla DAA (Dietitians Association of Australia).
2) L’ incipit iniziale dell’ ultimo studio, quello poi uscito in tutto il mondo (il primo della lista in alto), è quantomeno strano:
Perchè è strano?
Si OK, la paleo certamente è fondamentale per l’ intestino, sopratutto per il ripristino della non-permeabilità (leaky gut) responsabile delle malattie autoimmuni ecc., ma quello è bizzarro è sempre il numeretto [2] di riferimento “scientifico” perchè guardate a cosa si riferisce:
Non so se avete compreso bene, ma la Genoni si riferisce ad un LIBRO DI RICETTE di Pete Evans!
Se questa non è un ossessione contro la persona e la Paleo Diet ditemelo voi…
Ma come, stai scrivendo la relazione su uno studio che sarà pubblicato in tutto il mondo e invece di cementificare i dati con documentazione di alto valore scientifico, vai invece a controbattere quello che afferma il Paleo-Vissani dei Koala?! Il Paleo-Cracco dei marsupiali?! Il Joe “Vuoi che muoro?” Bastianich del paese dei boomerang?!
E poi accusano a noi di non essere scientifici…. Pazzesco.
Ammesso (e assolutamente non concesso) che la Paleo Diet non vada bene per la salute intestinale, i riferimenti devono essere scientifici e non appartenenti ad un libro di ricette, sia pure scritto dal bravo Pete Evans.
Non è possibile creare un gruppo di ricerca universitario per le affermazioni di una star della cucina televisiva, affermando che “la dieta paleolitica viene promossa in tutto il mondo per migliorare la salute dell’intestino”.
Ma quale tutto il mondo? Ma che stai dicendo?
Quello che dovevi fare, cara Genoni, era (al limite) andare sulla biblioteca mondiale della letteratura medica e digitare “paleolithic AND diet AND Gut AND health” (dieta paleolitica intestino salute), dove sarebbe usciti ben 14 studi sull’ argomento (13 escluso il tuo) e TUTTI (tranne sempre il tuo) non hanno trovato connotazioni negative con la paleo diet.
Anzi, in questo studio, tra l’ altro italiano (“Gut microbiome response to a modern Paleolithic diet in a Western lifestyle context”) c’è scritto (12):
“Il microbiota intestinale degli individui con fanno la moderna paleo diet mostra anche alcune peculiarità, tra cui un’elevata abbondanza relativa di microrganismi tolleranti alla bile e amanti dei grassi.
Il consumo di alimenti a base vegetale, anche se con l’esclusione di cereali e legumi, insieme alla riduzione al minimo dell’assunzione di alimenti trasformati, entrambi tratti distintivi della moderna paleo diet, potrebbe quindi contribuire a ricostituire parzialmente il microbiota intestinale”.
Solo alla Genoni vengono gli studi in cui la paleo fa male all’ intestino, non ve ne altra traccia in nessun altro studio al mondo, una situazione sinceramente imbarazzante.
Non c’è alcun dubbio, questo che è stato fatto in Australia non è quindi scienza ma solo ideologia e lo prova anche il fatto che a Christine Cronau, (autrice del libro “Bring Back the Fat” dove parla delle dieta chetogenica contro il cancro), è stata annullata una lezione proprio alla Cowan University (si proprio quella ha fatto lo studio anti-paleo) dicendo che non era in linea con il suo “approccio basato sull’evidenza”.
Si, sempre lei, sempre la stessa Edith Cowan University che per fare gli studi prende spunto da Masterchef e che in questo caso il suo “approccio basato sull’evidenza” dimentica completamente ben 250 studi internazionali del rapporto dieta chetogenica/cancro.
Tanto per dirne una, questo studio “Ketogenic diet in the treatment of cancer – Where do we stand? Mol Metab. 2019 ) conclude in questo modo (7):
Che è esattamente quello che intendeva dire Christine Cronau nella sua lezione alla Cowan University, ma purtroppo non era “un approccio basato sull’ evidenza”.
Qualunque cosa voglia dire.
TMAO e altri finti nemici del cuore
Adesso passiamo al famigerato TMAO, che tutti i giornali del mondo hanno iniziato a conoscere proprio per l’ ossessione della Genoni di trovare per forza qualcosa di storto nella Paleo Diet.
TMAO è la trimetilammina N-ossido, una sostanza che il fegato produce a partire dalla trimetilammina (TMA), un metabolita batterico intestinale di colina dietetica e carnitina.
La Genoni scrive nello studio: “Il TMAO è stato associato con CVD (malattie cardiovascolari e placca aterosclerotica in entrambi i modelli animali e umani ndr) [ 18 , 19 , 20 , 21 ]”
Ovviamente, visto che la carne contiene colina e carnitina, ecco le considerazioni australiane:
“ll consumo di una dieta paleolitica a lungo termine era associato a concentrazioni sieriche di TMAO notevolmente più elevate, ma solo in coloro che aderivano rigorosamente alla dieta.
Quindi, secondo loro, in pratica più la fai bene, più aumenta il TMAO e più rischi infarti ed ictus.
Genoni e colleghi continuano: “Inoltre, abbiamo trovato un’associazione positiva tra l’assunzione di grassi saturi, il peso corporeo e l’IMC, che sono noti per aumentare il rischio di CVD (malattie cardiovascolari) [ 70 ]
Abbiamo visto già sopra che non è vero nulla di tutto questo.
Ancora: “Presi insieme alle maggiori concentrazioni sieriche di TMAO osservate, non si può concludere che la dieta paleolitica sia associata a una migliore salute intestinale e ad una riduzione del rischio di CVD (malattie cardiovascolari) come promossa [ 71 , 72].”
E anche qui andiamo a vedere gli oramai famosi numeretti tra parentesi, visto che la Genoni ci riserva sempre delle belle sorprese:
E’ di tutta evidenza che siamo all’ incredibile, perchè il riferimento 71 si riferisce al libro “The Paleo Diet” del Prof. Loren Cordain: ma allora l’ ha letto!
Ricordo che questo studio le specifiche dei macronutrienti/grassi saturi/fibre ecc. non sono quelle ufficiali riportate appunto nel libro sopra, cioè una paleo diet NON low carb, ma di un invenzione di una fantomatica “paleolitica low carb” della stessa Genoni.
Adesso io vorrei fare, cortesemente, cinque domande alla ricercatrice della Cowan University:
1) Visto che il testo “The Paleo Diet”, indiscutibilmente ufficiale e linea guida mondiale nel mondo delle diete ancestrali l’ ha quindi consultato, visto che è nella bibliografia della sua ricerca, allora perchè non ha semplicemente preso copia/incolla le caratteristiche illustrate cosi bene da Cordain?
2) Perchè invece ha fatto una sua personalissima paleo diet low carb che non esiste da nessuna parte (casomai sarebbe una chetogenica, ma quella è un altra cosa) e, qualora esistesse, non poteva e doveva essere presa come riferimento scientifico?
3) Perchè ha fatto uno studio su un tipo di dieta che trascura completamente i consigli di chi l’ ha elaborata in tanti anni di lavoro all’ Università del Colorado?
4) Nel riferimento 72 indica l’ ennesimo libro di un semplice cuoco, Pete Evans, che parla dal titolo “Bassi livelli di carboidrati e grassi sani”; forse è questo il testo da cui ha preso spunto per la sua “paleo diet low carb”?
5) Ho capito bene quindi? Vorrebbe dire per fare uno studio scientifico sulla Paleo Diet, lei ha preso riferimento il libro del Vissani locale invece dell’ unica autorità mondiale riconosciuta su questo tipo di nutrizione, docente presso le Scienze della salute e dell’esercizio alla Colorado State University, Fort Collins, Colorado (U.S.A) e autore di 26 pubblicazioni scientifiche?
Lasciamo idealmente la nostra Genoni all’ elaborazioni delle risposte ( se mai ce ne saranno…) e adesso concentriamoci sulle gravi conclusioni da lei scritte a calce della ricerca.
Banalmente, alti livelli di TMAO a causa della paleo diet stretta possono portare a gravi problemi cardio-vascolari, questa in sintesi la tesi shock della ricercatrice di Perth.
Avrete capito bene l’ assioma: la carne contiene il TMAO, il TMAO provoca malattie cardiovascolari, la Paleo Diet prevede la carne, la Paleo Diet quindi induce malattie cardiovascolari.
Si potrebbe dire “Sbatti il mostro in prima pagina” ed è esattamente quello che è stato fatto in tutto il mondo.
Il problema è che nulla di tutto questo ha delle prove solide.
Andiamo per ordine.
Innanzitutto lo studio precedente della stessa Genoni, pubblicato cinque mesi prima cioè a febbraio del 2019 (Una dieta paleolitica riduce l’assunzione di amido resistente ma non influenza le concentrazioni sieriche di trimetilammina-N-ossido in donne sane) concludeva che, parole sue (8):
Praticamente, cinque mesi prima la paleo diet, secondo la medesima Angela Genoni, non aumenta il TMAO, poi a luglio improvvisamente s’impenna e provoca infarti ed ictus.
Sarà stato il caldo del deserto australiano.
Ma andiamo avanti.
Nel lavoro di ricerca che ho fatto per questo articolo, uno dei più recenti studi (10) riporta questa frase:
Quindi gli effetti biologici del TMAO non solo sono “oscuri” ma tale sostanza aumenta nel sangue “dopo l’ assunzione di pesce e frutti di mare”.
Ma come, il problema non era la carne?!
Sono quindi andato a vedere il valore del TMAO dei vari cibi e come puoi vedere dal grafico qui sotto (tratto da uno studio del 1999), su 46 diversi alimenti testati, inclusa la carne rossa, solo un alimento ha elevato i livelli di TMAO nei partecipanti: il pesce (11).
Merluzzo (Cod) e l’ Halibut (un pesce piatto) hanno alte quantità di TMAO
Il tutto è perfettamente logico perchè la trimetilammina (TMA, il precursore del TMAO) si trova in buone dosi nei pesci/frutti di mare, probabilmente per la stabilizzazione di proteine e le cellule esposte a stress idrostatici e osmotici, ad esempio nei pesci esposti a stress idrostatico (acque profonde) e stress osmotici (acqua salata) (10).
Il mistero quindi si infittisce perchè il paradosso è che sono decenni che qualunque linea guida ufficiale alimentare e anche quelle vegetariane consigliano il pesce per la prevenzione dalle malattie cardiovascolari, quindi vuol dire che dobbiamo evitare merluzzi, ricci di mare e affini?
E se fosse cosi, allora perchè la carne che contiene poco TMAO farebbe ammalare il sistema cardio-vascolare mentre il pesce che ne contiene di più al mondo è considerato invece protettivo da infarti ed ictus?
Sinceramente mi sembrava troppo strano, quindi ho ulteriormente indagato e ho trovato quest’ altro lavoro (9), e metto anche qui lo screenshot tradotto perchè in caso contrario sono sicuro che fareste fatica a crederci:
Sarebbe veramente una barzelletta se l’ argomento non fosse cosi serio, ma in pratica il TMAO considerato dalla Genoni un potente induttore di malattie cardiovascolari in quest’ altro studio è addirittura considerato protettivo per ipertensione, fibrosi cardiaca, ipertensione, oltre ad abbassare i marker dell’ insufficienza cardiaca.
Quindi se sei vegetariano e hai quindi hai alti livelli di TMAO per il pesce, sei bravissimo perchè ti proteggi pure dalle malattie cardiovascolari.
Se invece ha sempre alti livelli di TMAO però in sei paleo diet rischi l’ infarto e l’ ictus da un momento all’ altro.
In un intervista a “Paleo Magazine” la Genoni ha tentato di spiegare questa assurdità con il fatto che il TMAO nei pesci non è un problema, perchè transitorio, perchè in realtà a lei preoccupa l’elevazione cronica di TMAO derivante dalla disbiosi (cioè l’ alterazione della flora intestinale) causata da una dieta a basso contenuto di fibre.
Ma come abbiamo già visto, la Paleo Diet originale di Cordain (che lei ha fatto finta di non vedere pur avendo letto il libro) contiene PIU’ FIBRA delle linee guida ufficiali australiane.
Ci sarebbero ancora tanti dati da mettere ma per ora possiamo concludere che il collegamento TMAO-carne-malattie cardiovascolare è talmente controverso che allo stato attuale è impossibile avere della certezze e nel caso sarebbe il merluzzo più che il manzo ad essere indiziato di provocare patologie del cuore.
Ma se fosse cosi del resto gli Inuit che nutrono in gran parte di pescato morirebbero tutti di infarto ed ictus, invece sono famosi in tutto il mondo per l’ esatto contrario, cioè per l’ eccezionale rarità di questi eventi nella popolazione che tuttora vive in Canada, Alaska e Groenlandia.
Dall’ altra parte le popolazioni di cacciatori-raccoglitori che consumano molta carne selvatica hanno anche loro una bassissima incidenza di malattie cardio-vascolari.
In definitiva, il TMAO associato alla paleo diet come propulsore delle problematiche cardiache è un assoluta speculazione con evidenze scientifiche NULLE.
Quindi anche la Paleo Diet low carb “Genoni” si può fare senza problemi di TMAO…
Adesso, arriviamo ad un altro problema relativo non solo a questo studio ma anche alle altre ricerche precedenti della Genoni e cioè del fatto, che mi ha molto insospettito, è che lei citi molto spesso i cereali, specialmente quelli integrali, tanto che la parola “cereali” compare per ben 33 volte nel suo ultimo studio, la mette veramente dappertutto.
La Genoni giustifica tanta ossessione cerealicola basandosi sul fatto che ” il consumo di colina e alla produzione di TMA (e quindi di TMAO ndr), di cui uno identificato nella nostra coorte, Clostridium hathewayi, originario dei generi Hungatella. (…) I nostri risultati mostrano che le concentrazioni sieriche di TMAO e l’ abbondanza di Hungatella erano inversamente associate al consumo totale e totale di cereali, indicando che questi gruppi alimentari potrebbero sottoregolare la capacità di Hungatella di dominare o interferire con la produzione di TMA.”
Quindi la teoria della ricercatrice australiana è che i cereali integrali diminuiscono i batteri del genere Hungatella che fanno aumentare il TMAO, che sarebbe collegato a sua volta, come ben sappiamo l’incidenza delle malattie cardio-vascolari.
Anche qui l’ assioma è presto fatto: la Paleo Diet non prevedendo i cereali integrali fa ammalare di malattie cardiache.
Bene, ma allora perchè nello studio da lei stesso svolto appena 5 mesi prima il TMAO nei soggetti in paleo diet non era aumentato? Eppure anche in quella ricerca i cereali integrali non erano ovviamente previsti.
Ma questa non è la sola unica stranezza, perchè ho approfondito, perchè il lavoro e la filosofia della Cowan University era troppo contradditorio per essere vero, quindi sono andato a guardare da chi era finanziato l’ articolo e ho trovato questo:
Il primo autore è Angela Genoni.
Chiarisco subito che è assolutamente normale prendere borse di studio e ancora più normale trovare degli sponsor, visto che le ricerche hanno costi elevatissimi ed è quindi prassi chiedere dei regolari finanziamenti ad organizzazioni, aziende, ecc.
Detto questo sono andare a vedere cos’è questa CSIRO e dal loro sito:
“L’Organizzazione di ricerca scientifica e industriale del Commonwealth è un’agenzia governativa federale australiana indipendente responsabile della ricerca scientifica. Il suo ruolo principale è quello di migliorare le prestazioni economiche e sociali dell’industria a vantaggio della comunità.”
Guarda caso la CSIRO compare proprio nella pagina ufficiale dell’ associazione dietisti australiani (DAA) proprio in contrapposizione netta con la Paleo Diet:
Quindi la “Total Wellbeing Diet” della CSIRO sarebbe molto più studiata della paleo, ma se io la metto come parametro di ricerca su Pubmed, cioè l’ archivio mondiale degli studi scientifici, escono fuori solo 5 risultati:
Se invece inserisco i parametri “Paleo Diet” le risorse scientifiche sono invece ben 60:
Qui non è questione di opinioni, ma di numeri che, come è noto a tutti, non sono discutibili: la DAA dice semplicemente il falso.
Ma non è finita.
Questa CSIRO (https://www.csiro.au/) è anche proprietaria di un marchio, l’ “Healty Grain” (Grano salutare, in realtà è un orzo particolare) che ha sviluppato BarleyMAX™ (https://www.thehealthygrain.com/):
Ricapitoliamo.
La Csiro, oltre a promuovere una dieta in palese contrapposizione alla Paleo Diet, ha sponsorizzato la ricercatrice Angela Genoni nel suo famigerato studio proprio contro l’ alimentazione ancestrale ed è proprietaria del marchio BarleyMAX™, cioè un supercereale integrale, che ha “due volte più fibra alimentare e quattro volte l’ amido resistente del grano normale”.
Andiamo adesso a rivedere al VAR cosa ha scritto la ricercatrice nel suo famoso studio:
– “Per mantenere l’intestino e la salute cardiovascolare potrebbe essere necessaria una varietà di componenti di fibre, comprese le fonti di grano intero.”
– “L‘esclusione di cereali integrali e prodotti leguminosi altera il profilo delle fibre consumate e, in particolare, comporta una riduzione dell’assunzione di amido resistente (RS) [ 6 ]. RS migliora costantemente i marcatori della salute intestinale, come l’aumento dei livelli di SCFA (acidi grassi a catena corta, prodotti dalla fermentazione della fibra alimentare solubile ndr) [ 7 , 8 , 9 , 10 , 11 , 12 ]”
– “Altri studi sulle diete a basso contenuto di carboidrati e l’impatto sui marcatori per la salute gastrointestinale sono stati molto bassi nella fibra alimentare totale [13 ,14 ,15 ,16 ]”
– “Abbiamo precedentemente dimostrato che un intervento di 4 settimane a breve termine con il PD non ha avuto un impatto significativo sulla TMAO, ma ha ridotto l’assunzione di amido resistente (RS) in una piccola coorte di donne australiane sane [ 6 ]”
– “Il TMAO era significativamente più alto nel gruppo SP, rispetto al gruppo di controllo (Tabella 3 ). Le concentrazioni di TMAO erano associate a porzioni di carne rossa e inversamente associata al grano totale e assunzione di cereali integrali.”
– “Non ci sono state differenze significative nell’escrezione di SCFA tra i gruppi, tuttavia, l’escrezione di SCFA totale è stata associata all’assunzione di fibre ma non con carboidrati (espressi in percentuale di energia e g / giorno), cereali, cereali integrali o assunzione di amido resistente (RS). Escrezione di butirrato totale prevista per fibra alimentare ma non sono state osservate relazioni con cereali integrali, cereali e amido resistente.”
“L’abbondanza relativa di roseburia era significativamente correlata al consumo di grano totale grano intero e carboidrati , ma non con fibra alimentare o stime minime o massime di RS. Simile a roseburia , bifidobatteri abbondanza è relativa al consumo totale di grano e la percentuale di energia derivata da carboidrati, ma non con RSi, cereali integrali o fibra dietetica totale. “
Potrei continuare ancora per molto perchè l’ elenco è ancora più lungo, ma per carità di patria finiamola qui e andiamo alle sue conclusioni:
“La logica per escludere cereali integrali non è supportata dai dati qui presentati; essendo inversamente associato al peso corporeo e alle concentrazioni di TMAO. Nonostante il mantenimento dell’escrezione di SCFA, la frequenza e la forma delle feci, le differenze rilevate nella composizione del microbiota associate all’assunzione di grassi e basso contenuto di carboidrati potrebbero non essere utili per la salute a lungo termine.”
Ma era uno studio sulla Paleo Diet oppure sui cereali integrali, fibra e amido resistente, che, casualmente sono proprio le qualità principali sbandierate del supercereale venduto proprio dallo sponsor di questa famigerata ricerca anti-paleo, cioè di una dieta che esclude i cereali?!
Perchè la Genoni nelle conclusioni scrive “…la logica di escludere i cereali integrali“, quando invece la paleo diet elimina anche i latticini e i legumi e invece nel suo studio quasi non li nomina?
Qual’è il motivo per cui concentra quasi solo sui cereali, sul grano e sopratutto, quello integrale?
Perchè, per esempio, alla Cowan insistono tanto sull’ amido resistente?
Gli amidi sono catene lunghe di glucosio che si trovano nel grano, patate, semi, legumi ed altri cibi, ma non tutti gli amidi che mangiamo vengono digeriti, perchè in certi casi, una piccola parte di questi passa attraverso il tratto digesivo rimanendo intatta, cioè appunto resiste alla digestione. Vengono chiamati appunto “amidi resistenti”, perchè non sono digeribili ed agisce un po’ come una fibra solubile.
La loro validità sulla salute del nostro organismo è controversa, io stesso ho chiesto a Loren Cordain cosa ne pensasse e mi rispose in sostanza che non avevano nessuna valenza, ma secondo la Genoni avrebbe effetti positivi sul microbioma intestinale.
Sono andato quindi a vedere il riferimento scientifico citato dalla ricercatrice australiana e ho trovato questo studio:
Ho evidenziato uno degli autori perchè si tratta di un certo Matthew K. Morell, che incidentalmente è proprio il creatore del supercereale integrale ricco di amido resistente della CSIRO, cioè dello sponsor unico dello studio anti-paleo della dottoressa Angela Genoni, come è scritto anche nel loro sito ufficiale:
Bene, dopo tutto questo in fondo allo studio anti-paleo c’è scritto:
Non c’è oramai nessun dubbio, sia dal punto scientifico che da quello della normale obiettività, lo studio sulla Paleo Diet della Cowan University è assolutamente lontanissimo da essere una quadro reale delle straordinarie caratteristiche di questa alimentazione.
E appare sempre più chiaro che Angela Genoni, lo avrete sicuramente compreso anche voi, non è esattamente Rita Levi Montalcini.
La ricercatrice di origine italiana, sicuramente in buona fede, ha fatto una serie di errori incredibili:
1) Ha completamente omesso che gli studi sul TMAO collegati alle malattie cardio-vascolari sono assolutamente non conclusivi
2) Non ha nemmeno ricordato che il TMAO è contenuto più nel pesce che nella carne
3) Ha creato una sua paleo diet low carb e poi gli ha dato addosso, dimenticando completamente quella ufficiale di Cordain, pur avendo letto il suo libro
4) Ha messo riferimenti “scientifici” ai dei libri di cucina, una cosa che non ha alcun senso
5) Ha scritto che la paleo diet ha poca fibra, ma in realtà ne ha di più delle linee guida ufficiali australiane
6) Ha considerato certo che l’ amido resistente sia benefico, ma la letteratura è controversa e ha preso come riferimento uno studio del creatore di un supercereale venduto dall’ organizzazione che sponsorizzava proprio la sua ricerca anti-paleo
7) Senza paura alcuna di essere smentito, è assolutamente palese non si può essere obiettivi (e, sopratutto, senza conflitto di interessi) su una dieta anti-cereali se lo stesso studio lo paga un azienda che produce cereali.
Ho voluto scrivere questo articolo perchè sono 20 anni che vedo le straordinarie qualità della Paleo Diet, supportate da almeno 60 studi internazionali tutti positivi (e altre 240 citazioni nella letteratura medica ufficiale), con milioni di persone al mondo che dimagriscono, vanno in remissione parziale o totale da malattie autoimmuni, sono più efficienti mentalmente e fisicamente, ecc. ed è insopportabile vedere invece che appena esce mezza notizia contro questa alimentazione viene pubblicata in tutto l’ universo.
Senza che un giornalista, (dico uno, mica dieci), si degni di controllare gli autori, controllare le fonti, controllare le metodologie, controllare da chi è stato finanziato, senza controllare essenzialmente nulla.
Anzi, generalmente, appena vedono una mezza cosa contro la Paleo Diet, ci buttano a pesce per aggiungere altre stupidaggini assortite, condite dalle parole “Fake news”, “Wanna Marchi”, “Stamina”, “China Study” ecc. mischiando le pere con le mele, il sacro con il profano, la scienza vera con le truffe, i giornalisti con i giornaLAI.
In conclusione, la prossima volta che vedrete un titolo tipo “La Paleo diet fa male, lo dice la scienza”, rileggetevi questo articolo e comprenderete subito che quello studio avrà a che fare con tutto, ma proprio tutto.
Meno che con la scienza.
Claudio Tozzi
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- 1) Eur J Nutr. 2019 Jul 5. doi: 10.1007/s00394-019-02036-y. [Epub ahead of print] Long-term Paleolithic diet is associated with lower resistant starch intake, different gut microbiota composition and increased serum TMAO concentrations. Genoni A1, Christophersen CT2,3, Lo J4, Coghlan M3,5, Boyce MC4, Bird AR6, Lyons-Wall P2, Devine A2. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31273523
- 2) Adv Nutr. 2019 Jul 1;10(4):634-646. doi: 10.1093/advances/nmz007. Effects of a Paleolithic Diet on Cardiovascular Disease Risk Factors: A Systematic Review and Meta-Analysis of Randomized Controlled Trials. Ghaedi e coll.) https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31041449?fbclid=IwAR3Yt0qLGVH0xgCR0guWg01AFKlVEcE5__dHh7IyL8yDeZslL0RaZgcEEBM#
- 3) Journal of the American College of Nutrition Volume 20, 2001 – Issue 1 Types of Dietary Fat and Risk of Coronary Heart Disease: A Critical Review – Frank B. Hu , MD, PhD, JoAnn E. Manson , MD, DrPh & Walter C. Willett , MD, DrPh Pages 5-19 | Received 02 Nov 2000, Accepted 22 Nov 2000, Published online: 27 Jun 2013 – https://www.tandfonline.com/doi/abs/10.1080/07315724.2001.10719008
- 4) The Nutritional Characteristics of a Contemporary Diet Based Upon Paleolithic Food Groups – https://www.semanticscholar.org/paper/The-Nutritional-Characteristics-of-a-Contemporary-Cordain/72133185c747cce33b91b3b5232e75de55d81b5f
- 5) The Paleo Diet: Lose Weight and Get Healthy by Eating the Foods You Were Designed to Eat – Loren Cordain
- 6) 2017 Nov 4;390(10107):2050-2062. doi: 10.1016/S0140-6736(17)32252-3. Epub 2017 Aug 29. Associations of fats and carbohydrate intake with cardiovascular disease and mortality in 18 countries from five continents (PURE): a prospective cohort study. Dehghan M1, Mente A2, Zhang X3, Swaminathan S4, Li W5, Mohan V6, Iqbal R7, Kumar R8, Wentzel-Viljoen E9, Rosengren A10, Amma LI11, Avezum A12, Chifamba J13, Diaz R14, Khatib R15, Lear S16, Lopez-Jaramillo P17, Liu X5, Gupta R18, Mohammadifard N19, Gao N5, Oguz A20, Ramli AS21, Seron P22, Sun Y5, Szuba A23, Tsolekile L24, Wielgosz A25, Yusuf R26, Hussein Yusufali A27, Teo KK3, Rangarajan S3, Dagenais G28, Bangdiwala SI3, Islam S3, Anand SS29, Yusuf S3; Prospective Urban Rural Epidemiology (PURE) study investigators. – https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28864332
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A Paleolithic diet lowers resistant starch intake but does not affect serum trimethylamine-N-oxide concentrations in healthy women.Genoni A1, Lo J2, Lyons-Wall P1, Boyce MC2, Christophersen CT1, Bird A3, Devine A1. Author information 1 – School of Medical and Health Sciences,Edith Cowan University,Joondalup, WA 6027,Australia. 22School of Science,Edith Cowan University,Joondalup, WA 6027,Australia. 34CSIRO Health & Biosecurity,Gate 13, Kintore Avenue, Adelaide, SA 5000,Australia. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30419974# - 9) Science News – from research organizations – Eat your vegetables (and fish): Another reason why they may promote heart health – Fish and gut bacteria-produced compound both protect hypertensive rats from heart disease -Date: November 6, 2018 – Source – American Physiological Society – https://www.sciencedaily.com/releases/2018/11/181106073239.htm
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Gut microbiome response to a modern Paleolithic diet in a Western lifestyle context.
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2 Commenti. Nuovo commento
Wow. Che super articolo!!! Me lo sono letto proprio di gusto. Prima che lo facciano sparire me lo salvo. Grazie ? Claudio
Grazie davvero! 😉