Nuovo Studio scientifico che distrugge tutti gli: “Non ci sono studi”;”Pseudoscienza”;”Se smetti pane/pasta/latticini muori dopo un mese”; “Non ci sono prove” e tante altre idiozie che ho dovuto leggere in quasi vent’ anni di divulgazione sulla Paleo Diet.
di Claudio Tozzi
(autore della GeoPaleoDiet e direttore
Corso ufficiale Certificazione Paleo Diet)
Il morbo di Crohn e la retto colite ulcerosa (RCU) sono malattie abbastanza simili tra di loro e sono dovute ad un infiammazione dell’ intestino che porta a presenza di sangue nelle feci, diarrea, dimagrimento, fistole ricorrenti, dolori addominali e febbricola frequente.
La rettocolite ulcerosa colpisce sempre il colon, mentre la malattia di Crohn può riguardare tutto l’apparato digerente, dalla bocca al retto.
Si calcola che globalmente la colite ulcerosa e la malattia di Crohn colpiscano oltre 200.000 persone in Italia con un’incidenza pari a 8,1 nuovi casi per 100.000 abitanti, considerando la popolazione adulta, ma queste patologie colpiscono oramai in misura sempre maggiore anche i bambini.
Secondo la comunità medica mondiale Crohn e RCU non sono guaribili in nessun modo e nella maggior parte dei casi vengono trattate con dei farmaci che non risolvono quasi nulla (Mesalanzina, Cortisone, ecc) che attenuano, magari temporeanamente i sintomi. In diversi casi si arriva anche a togliere direttamente tutto il colon, ma il rischio di recidiva dopo terapia chirurgica è elevato e tale evento spesso comporta la necessità anche di un secondo intervento.
In realtà non è affatto vero che non ci siano rimedi perchè divulgo la Paleo Diet già dalla fine degli anni 90 e ho visto tantissime persone andare in remissione parziale o completa da queste malattie intestinali, semplicemente leggendo i miei articoli o i libri sulla Paleo Diet e la maggior parte sono migliorate in poche settimane di eliminazione di cereali/latticini/Legumi e dosi adeguate di Vitamina D.
Poi nel 2011 invitai a Roma per il primo convegno Paleo Diet in Europe il Prof. Loren Cordain, docente di nutrizione ed esercizio fisico della Colorado State University di Fort Collins (U.S.A.) e mi comunicò un ulteriore perfezionamento della Paleo Diet per tutte le malattie autoimmuni, chiamato Auto Immune Protocols (AIP).
Si tratta di un estensione della “normale” Paleo Diet, cioè si devono togliere anche uova, solanacee e semi, cioè cibi comunemente consentiti in paleo, ma che in persone predisposte geneticamente alle malattie autoimmuni potevano far scattare e/o esarcerbare le loro patologie.
Successivamente anche la Dott.ssa Sarah Ballantyne inizio a divulgare un protocollo simile e in effetti la cosa funziona perfettamente, perchè in questi ultimi 7 anni tantissime persone sono andate in remissione da queste malattie utilizzando il protocollo autoimmune.
Quindi dopo tanti anni posso senza dubbio affermare che Crohn, RCU e più in generale tutte le malattie autoimmuni sono nella maggior parte dei casi trattabili in modo efficace con la Paleo Diet normale o oppure la sua versione AIP.
Semplicemente perchè solo il 25% di queste patologie è dato dalla genetica mentre il resto viene scatenato essenzialmente dall’ alimentazione, che la medicina ufficiale ha invece sempre escluso dalle motivazioni.
Detto questo vi lascio immaginare in questi anni cosa ho dovuto sopportare in cui nel mio lavoro di divulgazione ho parlato del protocollo autoimmune del dott. Cordain….
• “Non ci sono studi”. Il più gettonato. Ovviamente ce ne sono a centinaia, ma non ce la fanno, lo devono dire, è più forte di loro
• “Allora dovrebbero darti il premio Nobel…”. Solita battutona, ma nel caso dovrebbero assegnarlo a Cordain e non a me, ma per mandargli la comunicazione della vittoria dalla Svezia dovrebbero magari prima conoscere i suoi studi…
• ”Sfrutti il dolore della gente”. Sarà, ma da quando ne parlo e scrivo a me sembra che i dolori (intestinali) delle persone siano in realtà passati…
• “Non si può guarire dalla malattie autoimmuni”. Vero, la base genetica della malattia rimane per sempre, ma puoi far sparire tutti i sintomi… Il problema è trovare una nuova parola in italiano che illustri questa nuova condizione, oppure chiamarla “remissione permanente”.
Che praticamente vuol dire guarire…
Ma adesso tutto quello che avevo scritto sulla Paleo Diet già nel luglio 2000 sulla rivista “Olympian’s News” e gli straordinari studi sulle malattie autoimmuni di Loren Cordain sono finalmente confermati da una ricerca (“Eh però non ci sono studi”) pubblicato dalla rivista “Inflammatory Bowel Disease” (Il giornale ufficiale della fondazione americana Crohn e RCU) nel novembre 2017, dal titolo “Efficacia della dieta protocollo autoimmune per le malattie infiammatorie dell’intestino”.
Gauree e colleghi della Divisione di Gastroenterologia della Scripps Clinic di La Jolla (California) hanno seguito 15 pazienti con Crohn oppure RCU, con durata media della malattia di 19 anni e uso del farmaco biologico attivo in 7 (47%) pazienti.
In realtà inizialmente erano 18, ma tre pazienti si sono ritirati prima dell’inizio dello studio a causa della loro incapacità di impegnarsi a cambiare la dieta, cosa che succede abbastanza spesso, cioè che alcune persone preferiscono tenersi le malattie piuttosto che cambiare dieta. Un fatto apparentemente assurdo se non fosse che cereali e latticini possono dare delle dipendenze molti gravi e difficili da vincere, al pari di quelle della cocaina e eroina.
Per il protocollo autoimmune, i pazienti sono stati sottoposti a 6 settimane di eliminazione seguite da una fase di mantenimento di 5 settimane.
Indici clinici, laboratori e biomarcatori sono stati valutati al basale e nelle settimane 6 e 11. L’endoscopia è stata eseguita al termine dello studio.
Per comprendere dell’ RCU è stato utilizzato l’indice Mayo completo che valuta lo stadio di Colite Ulcerosa sulla base di quattro componenti: frequenza di defecazione, sanguinamento rettale, valutazione endoscopica e giudizio complessivo.
Invece per il Crohn è stato utilizzato l’indice di Harvey-Bradshaw, che considera cinque parametri, esclusivamente clinici. Per ciascun parametro viene assegnato un punteggio.
In tre dei soggetti è stata ripristinata la vitamina D perchè carente, cosi come era carente il ferro in altri sei e conseguentemente somministrato.
L’intervento dietetico AIP consisteva in pratica in una fase di eliminazione di 6 settimane (eliminazione graduale di cereali, legumi, frutta secca, latticini, uova, caffè, alcool, noci e semi, zuccheri raffinati / lavorati, oli e additivi alimentari) seguita da una fase fase di mantenimento di 5 settimane, durante la quale non è stata consentita la reintroduzione di gruppi di alimenti.
I ricercatori hanno anche fornito consigli ai partecipanti, supportandoli sull’ acquisto e preparazione di cibo, igiene del sonno, educazione sulla densità dei nutrienti e alimenti fermentati, gestione dello stress, inserimento del brodo di ossa (caratteristico della Paleo Diet AIP) attività fisica, evitando di fargli assumere farmaci anti-infiammatori non steroidei.
L’assistenza sanitaria la consulenza dietetica sono state fornite tramite e-mail individuali e un gruppo privato di Facebook accessibile solo ai membri invitati.
Poiché i partecipanti hanno iniziato lo studio allo stesso tempo, potevano comunicare tra loro attraverso il gruppo di Facebook, ma gli investigatori e lo staff di studio non facevano parte di questo gruppo.
Durante lo studio, ai partecipanti è stato chiesto di registrare l’assunzione dietetica, che è stata comunicata tramite e-mail e revisionata dall’istruttore sanitario e dal dietologo. I partecipanti hanno anche completato la valutazione della qualità della vita durante lo studio utilizzando il questionario sulle malattie infiammatorie intestinali (SIBDQ).
Prima dello studio, i partecipanti hanno ricevuto 2 libri sulla dieta e le ricette AIP: “L’approccio Paleo: malattia autoimmune inversa e guarisci il tuo corpo” di Ballantyne, pubblicato nel 2014 e “Il libro di ricette autoimmune Paleo: un approccio senza allergeni alla gestione delle malattie croniche” di Trescott, pubblicato nel 2014.
RISULTATI:
Dalla settimana 0 alla settimana 6 e 11, il punteggio medio medio di Mayo è migliorato significativamente da 5,8 a 1,2- 1,0 per la colite ulcerosa, mentre e l’indice di Harvey-Bradshaw significativamente migliorato da 7 a 3.6-3.4 per il morbo di Crohn.
La calprotectina fecale media (chiara indicazione della presenza di infiammazione dell’intestino) è migliorata da 471 a 112 alla settimana 11.
Tra quelli con endoscopia di follow-up alla settimana 11 (n = 7), sono stati osservati miglioramenti nel punteggio endoscopico semplice per il morbo di Crohn (n = 1), punteggio Rutgeerts (n = 1) e sottoscala endoscopia Mayo (n = 4).
La remissione clinica è stata raggiunta alla settimana 6 da 11/15 (73%) partecipanti allo studio (6 Crohn e 5 RCU) e tutti e 11 hanno mantenuto la remissione clinica durante la fase di mantenimento dello studio.
Un paziente con recidiva postoperatoria di Crohn ileale (senza stenosi) ha continuato ad avere il Crohn lieve-moderatamente attivo in tutto lo studio, nonostante la risoluzione dei dolori articolari.
Altri due pazienti con il Crohn CD sono stati persi al follow-up o ritirati dallo studio prima della sesta settimana.
Un paziente con RCU ha continuato ad avere sintomi lievemente attivi (il punteggio di Mayo parziale è rimasto a 5).
Il Dott. Gauree e colleghi scrivono:“Prove crescenti suggeriscono che la modificazione della dieta può modulare l’infiammazione e migliorare le risposte cliniche nel Crohn/RCU.
Il nostro studio osservazionale prospettico indica che una dieta Paleo Diet AIP, che comprende una fase di eliminazione seguita da una fase di mantenimento, dimostra un’efficacia preliminare nei pazienti Crohn/RCU.
Abbiamo anche identificato miglioramenti nella calprotectina fecale insieme a miglioramenti endoscopici nell’aspetto della mucosa nella maggior parte dei pazienti sottoposti a endoscopia di follow-up.
I nostri risultati supportano l’uso di modifiche dietetiche in aggiunta alla normali terapie Crohn/RCU.
La remissione clinica è stata raggiunta entro la sesta settimana e non avevamo ipotizzato, a priori, che la remissione clinica sarebbe stata raggiunta così presto.
Infatti, questa proporzione di partecipanti con Crohn/RCU attivi con la remissione clinica entro la sesta ettimana rivaleggia con quella della maggior parte delle terapie farmacologiche per queste patologie.
Importante, il nostro studio dietetico è stato eseguito in aggiunta alla terapia medica, e quasi il 50% dei pazienti nel nostro studio erano in terapia biologica.
Pertanto, i nostri risultati suggeriscono che la modificazione dietetica può essere utilizzata in aggiunta alla terapia convenzionale con IBD, anche tra quelli con malattia da moderata a grave.
È importante sottolineare che i 2 partecipanti con CD con stenosi ileali (restringimenti del calibro dell’intestino) hanno sviluppato un peggioramento dell’attività della malattia o un’ostruzione parziale dell’intestino tenue.
Pertanto, sebbene l’eliminazione dietetica possa essere utile, si dovrebbe prendere in considerazione la variazione anatomica e richiedere un counseling e un attento follow-up.
La premessa della dieta Paleo Diet AIP, nel suo insieme, comporta un’eliminazione graduale di gruppi alimentari che possono essere associati a stimolazione immunitaria e intolleranza, mantenimento degli alimenti eliminati, seguita da reintroduzione progressiva di determinati alimenti o gruppi alimentari nel tempo.
Il protocollo enfatizza comportamenti alimentari sani volti ad aumentare la densità di nutrienti della dieta, incorporando frutta e verdura fresca, fonti salutari di grassi, proteine magre, alimenti fermentati e, per il nostro studio, modificando l’assunzione secondo il fenotipo Crohn/RCU (ad esempio, stenosi) .
Il protocollo raccomanda inoltre di evitare i farmaci anti-infiammatori non steroidei e gli alimenti trattati a bassa densità di nutrienti, che possono anche contenere emulsionanti o additivi che possono perpetuare l’infiammazione, migliorando allo stesso tempo i comportamenti dello stile di vita, l’igiene del sonno, la gestione dello stress e l’attività fisica.
Un importante obiettivo delle terapie per Crohn/RCU è ridurre l’infiammazione.
Sebbene non statisticamente significativo, abbiamo notato diminuzioni nella calprotectina fecale media (chiara indicazione della presenza di infiammazione dell’intestino), in particolare nei pazienti con RCU.
Inoltre, il sanguinamento rettale è stato significativamente ridotto entro la settimana 6 e 11 tra i pazienti con RCU.
Tra quelli con miglioramenti endoscopici nell’infiammazione della mucosa, abbiamo notato una riduzione della calprotectina fecale, in linea con studi che dimostrano una migliore correlazione dei risultati della mucosa con calprotectina fecale media rispetto ai sintomi o agli indici clinici.
Il nostro studio, sebbene di modesta entità, suggerisce che la modificazione della dieta ha il potenziale per ridurre l’infiammazione, come misurato con calprotectina fecale media ed endoscopia.
I punti di forza del nostro studio includono una progettazione prospettica e attenzione ai pazienti con Crohn/RCU non solo clinicamente attiva ma anche evidenza obiettiva di infiammazione.
La supplementazione di nutrienti è stata avviata anche per i pazienti con carenze basali di vitamina D o ferro, che avrebbero contribuito a ridurre le influenze confondenti della deplezione dei micronutrienti sull’attività della malattia, ma la cui replezione potrebbe aver influito anche sui miglioramenti del benessere generale rilevati durante lo studio.
In conclusione, il nostro studio dimostra che la modificazione dietetica focalizzata sull’eliminazione di gruppi di alimenti potenzialmente immunogenici o intolleranti ha il potenziale per migliorare i sintomi e l’infiammazione endoscopica in pazienti con Crohn/RCU.
Il cambiamento dietetico può essere un importante complemento alla terapia Crohn/RCU non solo per ottenere la remissione, ma forse migliorare la durata della risposta e della remissione.
Forse per un sottogruppo di pazienti, la sola modifica dietetica e dello stile di vita può essere sufficiente per controllare l’infiammazione.
I pazienti che desiderano incorporare la terapia dietetica dovrebbero essere consigliati su opzioni valutate per le carenze di micronutrienti e monitorati di routine.
Sono necessari studi randomizzati più ampi per convalidare questi risultati ed esaminare il decorso a lungo termine dei pazienti durante la reintroduzione.”
Insomma i dati sono ben chiari, la Paleo Diet AIP funziona perfettamente nella maggior parte dei casi di Crohn/RCU e che per stare sicuri è meglio integrare la vitamina D.
E’ ovvio, sarebbe bello vedere degli studi su un più ampio numero di pazienti, ma non tocca a me farlo, ma alla comunità scientifica mondiale, che ha un opportunità senza pari, cioè alleviare o togliere definitamente le indicibili sofferenze dei malati di Crohh/RCU in 45 giorni.
Semplicemente consigliando l’ unica alimentazione adatta all’ uomo: La Paleo Diet/AIP
Nel frattempo mi dovrò beccare per altri 15-30 anni “Eh però non ci sono studi”…
Detto da chi non li legge comunque…
Claudio Tozzi
– TESTIMONIANZA:
LA PALEO DIET/pH HA GUARITO LA MIA “INCURABILE” RETTO COLITE ULCEROSA (con cartelle cliniche prima/dopo)
Bibliografia:
Efficacy of the Autoimmune Protocol Diet for Inflammatory Bowel Disease –
Gauree G. Konijeti; NaMee Kim; James D. Lewis; Shauna Groven; Anita Chandrasekaran; Sirisha Grandhe; Caroline Diamant; Emily Singh; Glenn Oliveira; Xiaoyun Wang; Bhuvan Molparia; Ali Torkamani – Inflammatory Bowel Diseases. 23(11):2054–2060, NOV 2017