Secondo studi clinici la carenza di vitamina D è molto frequente nei bambini, creando una potenziale cascata di possibili problemi infantili. Vediamo insieme quali e che tipo di integratori è meglio scegliere
In Italia alcuni studi condotti su neonati e bambini in varie città, hanno rilevato un ampio deficit di vitamina D, la cui entità varia a seconda della zona geografica in cui si vive, ma si stima sia attorno al 60%.
La carenza di vitamina D è quindi una condizione che riguarda 1 bambino italiano su 2.
Ma forse le cose sono anche peggio di così.
Uno studio pubblicato nella rivista scientifica Pediatrics ha scoperto come il 70% dei bambini statunitensi abbia bassi livelli di vitamina D.
“Ci aspettavamo che la carenza di vitamina D fosse alta, ma la magnitudo del problema su scala nazionale è scioccante”, dice il Dr. Juhri Kumar del Children’s Hospital al Montefiore Medical Center.
Questa sostanza è una delle poche che viene consigliata in tenera età anche dai medici, di solito molto restii a darla in età adulta.
Questo fa comprendere quanto sia importante per il normale sviluppo scheletrico-muscolare.
Sinora si conosceva il suo ruolo nel favorire lo sviluppo osseo e nel prevenire malattie come il rachitismo e l’osteoporosi in età adulta.
Ma ora studi recenti hanno messo in evidenza che la vitamina D è utile anche nella prevenzione di alcune patologie autoimmuni (come diabete mellito 1, artrite reumatoide, sclerosi multipla, morbo di Chron), oltre ad un rischio maggiore di cancro intestinale, malattie cardiache, ipertensione e ictus.
La novità scientifica più recente è che sembra giocare un ruolo anche nella prevenzione delle malattie allergiche, in crescita costante da decenni, tanto da coinvolgere circa il 25% della popolazione pediatrica.
La vitamina D sembra svolgere un ruolo importante anche nel bambino più grande nella prevenzione e nella terapia dell’asma e delle infezioni respiratorie ricorrenti.
La vitamina D è importante per la salute delle ossa e dei muscoli, aiuta l’organismo ad assorbire calcio e fosfato dal cibo, che sono importanti per le ossa sane e forti.
Solo pochi alimenti (alcuni tipi di pesce) contengono naturalmente vitamina D ed è difficile ottenere abbastanza vitamina D dal solo cibo.
Gli esseri umani (compresi ovviamente i bambini) acquisiscono solo il 10% della vitamina D con l’alimentazione e il 90% per sintesi dopo l’esposizione alla luce solare.
Ma il problema è che in alcune latitudini, tranne che durante i mesi estivi, la pelle produce poca o nessuna vitamina D dal sole.
Alcune ricerche hanno documentato nel mondo una diffusa insufficienza di vitamina D in ampie fasce della popolazione pediatrica che dipende dalle latitudini in cui si vive, dal colore della pelle (le persone di pelle scura necessitano di una maggiore esposizione la sole), dalla presenza di condizioni patologiche come l’obesità, ma anche dagli stili di vita come ad esempio il troppo tempo passato in casa e l’assenza di gioco all’aperto.
Segni e sintomi di bassa vitamina D (o carenza di vitamina D)
1) Rachitismo: alcuni bambini con bassa vitamina D soffrono di dolori ossei e muscolari.
Una bassissima vitamina D può portare a ossa molli, causando rachitismo nei bambini e una condizione, chiamata osteomalacia, negli adolescenti e negli adulti.
Il rachitismo si verifica solo quando i bambini crescono, quindi se un bambino ha ossa più morbide a basso contenuto di vitamina D, le ossa possono piegarsi e causare enormi problemi quali:
– Craniotabe: è un alterazione delle ossa del cranio che in certi punti acquistano la consistenza della pergamena. Nella maggioranza dei casi la craniotabe costituisce il primo segno clinico di rachitismo nel bambino e di ridotta mineralizzazione delle ossa del cranio che si associa a ritardata chiusura delle fontanelle.
– Rosario rachitico: una serie di rigonfiamenti si disegna sui lati del torace
– Solco di Harrison: è una depressione circolare alla base del torace che compare nei bambini rachitici durante l’inspirazione. Determinato dalla trazione verso il basso esercitata dal diaframma sulle costole che a causa di carenza di calcio diventano morbide.
– Addome globoso: La scarsa ipotonia muscolare può portare al rilassamento dell’addome che assume appunto un aspetto a globo.
– Incurvamento delle ossa lunghe come il femore (gambe a cow-boy)
– Ginocchio valgo: una deformità del ginocchio per cui questo tende verso l’interno.
– Ginocchio varo: è una deformità dell’arto inferiore che si riscontra quando il femore e la tibia formano un angolo ottuso aperto medialmente. L’asse longitudinale della gamba devia, quindi, verso l’esterno. Nel linguaggio comune, questa condizione viene definita in diversi modi, tra cui “ginocchia ad O”, “ginocchia ad arco” oppure “ginocchia a parentesi”.
2) Una bassa vitamina D può causare un basso livello di calcio, che può portare a crampi muscolari nei bambini. Un basso livello di calcio può anche causare convulsioni (convulsioni o attacchi), in particolare nei bambini piccoli.
3) Elevati livelli di vitamina D riducono il colesterolo nei bambini.
Questo è ciò che suggerisce uno studio condotto dai membri dell’Università della Finlandia su un campione di 512 bambini di età compresa tra 6 e 8 anni.
Gli autori dello studio spiegano che la 25-idrossivitamina D è la principale forma circolante di vitamina D, e fanno sapere che i bambini i cui livelli di 25-idrossivitamina D nel siero superavano gli 80 nmol/l avevano livelli plasmatici di colesterolo totale e di colesterolo LDL inferiori rispetto ai bambini i cui livelli sierici di 25-idrossivitamina D erano inferiori a 50 nmol/l, condizione spesso considerata troppo bassa.
4) La carenza di vitamina D alla nascita è legata a un maggior rischio di ammalarsi di schizofrenia.
Infatti, l’8% dei casi è riferito a questa problematica in età neonatale.
Lo sostengono gli autori di uno studio delle università di Queensland e di Aarhus, secondo cui la carenza di vitamina D si associa a un aumento del 44% del rischio di schizofrenia.
La schizofrenia indica un gruppo di malattie mentali caratterizzate da sintomi quali allucinazioni, visioni e deficit cognitivi.
Lo studio ha coinvolto 2.602 individui: sono stati messi a confronto malati schizofrenici con coetanei sani: la carenza di vitamina D alla nascita è risultata più frequente nel primo gruppo.
Siccome lo sviluppo del feto dipende totalmente dai livelli materni di vitamina D, i risultati suggeriscono che assicurando alle gestanti un adeguato apporto di questa vitamina si potrebbero prevenire molti casi di schizofrenia, in modo comparabile all’integrazione con acido folico in gravidanza nella prevenzione della spina bifida.
Gli esperti raccomandano la profilassi con vitamina D per tutti i neonati per tutto il primo anno di vita, indipendentemente dall’allattamento.
Infatti, né il latte materno, né quello in formula (anche se addizionato e comunque sconsigliato in GeoPaleoDiet) riescono a soddisfare il fabbisogno giornaliero di vitamina D.
5) La vitamina D previene in maniera efficace l’influenza.
Il Dott. Mitsuyoshi Urashima ha condotto uno studio clinico presso la Divisione di Epidemiologia Molecolare nel Dipartimento di Pediatria presso l’Università di Medicina di Minato-ku di Tokyo.
Il ricercatore ha rilevato una cosa molto interessante, che la vitamina D è estremamente efficace nel prevenire la comune influenza nei bambini.
Questo interessante studio è stato pubblicato dal Journal of Clinical Nutrition, un’importante rivista statunitense che si occupa di nutrizione.
Per confermare l’ipotesi di partenza sull’efficacia della vitamina D, è stato realizzato un esperimento randomizzato su due gruppi che ha coinvolto 334 bambini, a metà dei quali sono stati somministrati 1.200 IU al giorno di vitamina D3, e alla altra metà un semplice placebo.
E’ stato infatti scoperto che 31 dei 167 bambini facenti parte del gruppo “placebo” hanno contratto l’influenza durante i quattro mesi nei quali è proseguito lo studio, solo 18 dei 168 bambini del gruppo “vitamina D” l’ha contratta.
Questo interessante risultato ha dimostrato che la somministrazione di vitamina D ha causato una riduzione assoluta di quasi l’8 per cento.
Molte volte i vaccini antinfluenzali hanno risultati minori.
Tornando allo studio, un altro meraviglioso risultato è che per quei bambini ai quali in passato – prima dell’esperimento – era già stata somministrata vitamina D da parte dei genitori, i risultati si sono rivelati ancora migliori, in quanto in tali soggetti la vitamina D ha ridotto il rischio di influenza di quasi due terzi.
In definitiva, più di sei bambini su dieci che normalmente avrebbero contratto la influenza sono risultati protetti dalla vitamina D.
La ricerca ha anche evidenziato come la vitamina D abbia ulteriormente represso i sintomi da asma bronchiale.
Su 12 bambini con precedenti diagnosi di asma, nel gruppo “vitamina D”, solo 2 hanno sviluppato tali sintomi. Anche se questo piccolo gruppo sia di dimensione più contenuta, è risultato molto chiaro che la vitamina D prevenga attacchi di asma nei bambini, e tutto ciò supporta con coerenza la prova antinfluenzale.
6) Vitamina D può invertire il diabete di tipo 1.
Un indagine in Gran Bretagna ha dimostrato che per la popolazione di 729.674 bambini nati in Inghilterra e Galles nel 2012, 374 casi di diabete di tipo 1 (su 1357 previsti in totale) potrebbero essere prevenuti in 18 anni se tutti fossero integrati con vitamina D.
In un altro clamoroso studio italiano sono stati riportati due casi di diabete di tipo 1 (T1D) in bambini trattati con integrazione con alte dosi di vitamina D e omega 3.
È stato osservato un modello simile di remissione della malattia, con conseguente ripristino e successiva persistenza del controllo metabolico ottimale, uno e due anni dopo l’insorgenza del T1D.
È rimasta solo la somministrazione minima di insulina basale (0,1 UI / kg / die) in una singola iniezione serale.
Le proprietà immunomodulatorie e antinfiammatorie degli integratori hanno probabilmente contribuendo all’effetto osservato.
La dose elevata di vitamina D e omega 3 potrebbe essere di aiuto nella terapia T1D dell’infanzia, prolungare la conservazione della secrezione endogena di insulina in assenza di effetti collaterali.
7) Immunodepressione ed eczema possono dipendere dalla carenza di Vitamina D.
Un nuovo studio pubblicato sul “Journal of Allergy and Clinical Immunology” ha dimostrato che I livelli di vitamina D troppo bassi durante i periodi critici di sviluppo immunitario, spiegano i tassi più alti di malattie allergiche associate all’industrializzazione e nei residenti alle latitudini più elevate.
In questa ricerca i neonati hanno ricevuto un supplemento di vitamina D (400 UI / die) o un placebo fino a 6 mesi di età.
Alcuni bambini indossavano anche dosimetri UV personali per misurare l’esposizione alla luce UV diretta.
I livelli di vitamina D infantile sono stati misurati a 3 e 6 mesi di età. Eczema, respiro sibilante e esiti della funzione immunitaria sono stati valutati a 6 mesi di età.
I bambini con eczema hanno avuto meno esposizione alla luce UV rispetto a quelli senza eczema e l’esposizione alla luce UV era anche inversamente correlata alla produzione alla produzione di marcatori immunitari proinfiammatori, cioè ne venivano prodotti di meno.
Questo studio è il primo a dimostrare un’associazione tra maggiori esposizioni dirette alla luce UV nella prima infanzia con una minore incidenza di eczema e marcatori immunitari proinfiammatori a 6 mesi di età.
E nel frattempo ti dicono di non far prendere il sole ai bambini, di coprire il passeggino come un bunker, di mettergli delle sciarpe e occhiali anche d’inverno.
Perchè fa male.
A chi non si sa.
8) Associazione tra i livelli sierici di vitamina D3 e l’ autismo tra i ragazzi sotto gli 8 anni.
Uno studio ha valutato la correlazione tra vitamina D carenza e l’autismo spettro di disturbi (ASD) in Giordania.
Hanno effettuato un’analisi per valutare i livelli di vitamina D in 83 bambini con ASD di età inferiore a 8 anni rispetto a 106 controlli sani.
Inoltre, è stata studiata l’associazione tra carenze di vitamina D e disturbi gastrointestinali (GI) ed anomalie dell’elettroencefalogramma (EEG) comunemente riscontrate nei bambini con ASD.
I livelli di vitamina D nei pazienti con autismo erano significativamente più bassi.
Inoltre, i livelli di vitamina D nei pazienti con ASD avevano una correlazione significativa con i disturbi gastrointestinali.
Questi dati suggeriscono un possibile ruolo per la carenza di vitamina D nella fisiopatologia dell’autismo nei bambini.
9) Vitamina D è correlata con la possibile prevenzione dell’ obesità infantile, che in Italia colpisce un bambino su tre (Record europeo, alla faccia della tanto decantata “Dieta Mediterranea”…)
La vitamina D svolge un ruolo nella differenziazione e nel metabolismo del muscolo scheletrico, ma anche del tessuto adiposo.
Uno studio australiano ha esaminato le associazioni tra lo stato della vitamina D nell’infanzia, nell’adolescenza e nella prima età adulta con composizione corporea all’età di 20 anni.
Sono stati testati 821 soggetti in totale (385 femmine) in Australia occidentale per verificare la quantità di Vitamina D che avevano all’età di 6, 14, 17 e 20 anni e la composizione corporea valutata all’età di 20 anni.
Il livello medio di 25 (OH) D (la forma di vitamina D attiva presente nel sangue) durante le visite di studio era compreso tra 72,7 e 86,8 nmol / L.
Nei maschi, il siero 25 (OH) D a 17 e 20 anni era positivamente associato con la massa corporea magra (LBM) e 25 (OH) D a 20 anni era correlato negativamente con la massa corporea grassa (FBM).
I maschi con livelli di 25 (OH) D costantemente più alta avevano una massa corporea magra maggiore da 2,3 a 3,7 kg e un massa corporea grassa FBM inferiore da 4,1 a 6,0 kg a 20 anni rispetto a quelli che avevano livelli di vitamina D costantemente più basse o decrescenti.
Nelle femmine, il 25 (OH) D a 14, 17 e 20 anni era associato negativamente a massa corporea grassa FBM.
Le femmine con traiettorie 25 (OH) D in aumento o costantemente più alte avevano una FBM da 5,2 a 6,8 kg in meno a 20 anni rispetto a quelle con una traiettoria costantemente più bassa.
In pratica, elevati livelli di vitamina D più elevata dall’infanzia alla prima età adulta è stata associata a una maggiore massa corporea magra LBM nei maschi e una massa corporea grassa FBM inferiore in entrambi i sessi all’età di 20 anni.
10) La carenza di vitamina D potrebbe anche portare a comportamenti aggressivi negli adolescenti.
Ricercatori dell’Università del Michigan affermano di aver trovato un legame tra carenza di vitamina D nei bambini piccoli e aggressività negli adolescenti. Secondo il loro studio sugli scolari di Bogotà, in Columbia, i bambini con bassi livelli di vitamina avevano quasi il doppio delle probabilità di mostrare aggressività mentre crescevano.
I bambini che hanno carenza di vitamina D durante gli anni delle scuole elementari sembrano avere punteggi più alti nei test che misurano i problemi comportamentali quando raggiungono l’adolescenza.
I ricercatori ammettono che il loro studio ha dei limiti, ma ritengono che i loro risultati “indicano la necessità di ulteriori studi che coinvolgono risultati neurocomportamentali in altre popolazioni in cui la carenza di vitamina D può essere un problema di salute pubblica”.
Bambini a rischio di bassa vitamina D.
– Bambini la cui pelle è raramente esposta al sole, ad esempio quelli che rimangono all’interno o che indossano indumenti protettivi.
– Bambini con pelle molto scura. Il colore scuro della loro pelle (melanina) funge da protezione solare naturale e aumenta il tempo di cui hanno bisogno al sole per produrre vitamina D in modo naturale.
– I bambini nati prematuramente.
– Bambini allattati al seno che presentano uno o più dei suddetti fattori di rischio.
Il latte materno è il miglior tipo di cibo per i bambini, ma non contiene molta vitamina D.
Un bambino otterrà il loro deposito iniziale di vitamina D dalla madre; quindi, sono a rischio di bassa vitamina D se la loro madre ha bassa vitamina D e / o se hanno la pelle scura.
Quindi è basilare che la madre abbia anche lei sufficienti quantità di vitamina D nel sangue per assicurare il giusto benessere nel nascituro.
Bambini con condizioni che influenzano il modo in cui il corpo assorbe e controlla la vitamina D, come malattie del fegato, malattie renali, problemi di assorbimento del cibo (ad esempio fibrosi cistica, celiachia, malattia infiammatoria intestinale) e alcuni medicinali (come alcuni medicinali per l’epilessia).
I bambini che sono a rischio di bassi livelli di vitamina D dovrebbero sottoporsi a un esame del sangue tre mesi dopo aver iniziato a prendere integratori, per controllare il loro livello di vitamina D.
Trattamento con vitamina D.
Se la vitamina D è bassa cercare di fare stare il bambino più possibile al sole e/o integrare con appositi integratori naturali, perchè un problema a lungo termine, in quanto una volta risollevati i livelli, l’obiettivo è assicurarsi che rimangano normali, senza quindi far smettere l’ assunzione.
Sarebbe lo sbaglio più grave che un genitore possa fare per i propri figli, visto che ne pagherebbero le conseguenze i loro eredi quando saranno più grandi.
Se il bambino è a rischio di bassi livelli di vitamina D, potrebbe aver bisogno di integratori per tutta la vita e dovrai assicurarti che trascorrano abbastanza tempo all’aperto.
Si riesce ad assorbire la vitamina D dal sole attraverso una finestra?
Il corpo ha bisogno di determinati raggi di luce ultravioletta (UV) per assorbire la vitamina D.
Sfortunatamente, la maggior parte delle finestre di vetro blocca questi particolari raggi, il che significa che non sarà assorbita abbastanza vitamina D.
Esposizione al sole e dosaggio consigliato di vitamina D per i bambini
Per la maggior parte delle persone, la bassa vitamina D può essere prevenuta trascorrendo del tempo all’aperto e se ciò non fosse possibile per vari motivi, le società scientifiche (Consensus Sip-Sipps) raccomandano la supplementazione di vitamina D in tutti i bambini nel primo anno di vita, qualunque sia il tipo di allattamento (con dosaggi compresi tra le 400 UI al giorno (unità internazionali) e fino a 1.000 UI al giorno di vitamina D in presenza di fattori di rischio di deficit.
Da 12 mesi a 18 anni la profilassi giornaliera è raccomandata nei soggetti a rischio (bambini di etnia non caucasica ed elevata pigmentazione, con ridotta esposizione solare, bambini con insufficienza renale o epatite cronica, obesi, affetti da malattie infiammatorie croniche o da celiachia).
Nel 2011, la “Endocrine Society” americana ha rivisto le linee guida internazionali, con le dosi di Vitamina D che per i bambini recitano cosi:
– Da 0 a 12 mesi di età: 2000 UI
– Da 1 a 18 anni di età: 4000 UI
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Punti chiave da ricordare
La vitamina D è importante per la salute delle ossa e dei muscoli.
La maggior parte della vitamina D viene prodotta nella pelle quando viene esposta al sole.
È difficile ottenere abbastanza vitamina D solo dal cibo.
I bambini con pelle molto scura, la cui pelle è raramente esposta al sole o che hanno determinate condizioni mediche sono a rischio di bassa vitamina D.
I bambini con bassi livelli di vitamina D devono assumere integratori di vitamina D, trascorrere abbastanza tempo all’aperto e assumere abbastanza calcio nella loro dieta.
Far assumere Vitamina D ai bambini è importante perché:
1) Rachitismo: alcuni bambini con bassa vitamina D soffrono di dolori ossei e muscolari.
2) Una bassa vitamina D può causare un basso livello di calcio
3) Elevati livelli di vitamina D riducono il colesterolo nei bambini.
4) La carenza di vitamina D alla nascita è legata a un maggior rischio di ammalarsi di schizofrenia.
5) La vitamina D previene in maniera efficace l’influenza.
6) Vitamina D può invertire il diabete di tipo 1
7) Immunodepressione ed eczema possono dipendere dalla carenza di Vitamina D.
8) Associazione tra i livelli sierici di vitamina D3 e l’ autismo tra i ragazzi sotto gli 8 anni.
9) I livelli di vitamina D nei pazienti con autismo sono significativamente più bassi.
10) Vitamina D è correlata con la possibile prevenzione dell’ obesità infantile, che in Italia colpisce un bambino su tre (Record europeo, alla faccia della tanto decantata “Dieta Mediterranea”…)
11) La carenza di vitamina D potrebbe anche portare a comportamenti aggressivi negli adolescenti.
I prodotti a base di vitamina D per i bambini che generalmente vengono consigliati non sono molto adatti, perchè normalmente contengo olio di oliva non extravergine di bassa qualità per contenere i costi, oppure (peggio) olio di semi di girasole, che deprime fortemente il sistema immunitario e rende l’ intestino permeabile all’entrata di sostanze tossiche.
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