I chetoni sono dei sottoprodotti degli acidi grassi che aumentano in caso di scarso apporto di carboidrati. Sono assolutamente innocui, anzi fanno benissimo in tantissime patologie e aiutano anche a dimagrire, ma gran parte della comunità scientifica li considera pericolosi, paragonandoli a quelli prodotti nella chetoacidosi diabetica, che in effetti è tossica. Peccato che non c’entra assolutamente nulla con la normale e fisiologica chetosi.
di Claudio Tozzi
Mi occupo di alimentazione da oramai 35 anni e se mi avessero dato un euro per ogni volta che ho sentito la frase che ha dato il titolo a questo articolo adesso sarei nella piscina della mia villa alle Maldive con un cocktail con ombrellino in mano, circondato da ragazze discinte e dalla dubbia moralità, con il garage occupato da 99 Roll-Royce come Osho (quello vero) ai bei tempi.
Infatti quello dei chetoni che distruggerebbero il fegato delle persone è un vecchio cavallo di battaglia di molti medici e nutrizionisti, quando appunto si parla di dieta paleolitica e/o di diete low-carb in genere.
Ovviamente non è vero nulla.
Ma come è potuta nascere questa vera e propria leggenda, che non ha nessuno fondamento scientifico, ma che quasi tutti tirano fuori pensando pure di fare bella figura di fronte agli astanti?
Tutto parte negli anni ’20, quando Banting e Macleod proposero l’insulina iniettabile, un’ottima cosa, visto che fino ad allora chi si ammalava di diabete di tipo 1 moriva nel giro di sei mesi.
Nel 1923 andò loro anche il Premio Nobel in Fisiologia e Medicina.
Inizialmente i diabetologi però si trovarono di fronte ad un problema, cioè che iniettando troppa insulina il glucosio nel sangue andava troppo giù, provocando ipoglicemia e conseguente perdita di coscienza, coma e perfino la morte.
Quando ai pazienti con ipoglicemia furono dati dei carboidrati i sintomi scomparivano.
Questo indusse gli scienziati a credere che il sistema nervoso centrale e il cervello fossero alimentati solamente dal glucosio.
Non solo, ma a questi diabetici ipoglicemici furono trovati alti livelli di chetoni e pensarono subito che fossero sottoprodotti tossici della malattia.
La leggenda era nata: i chetoni sono tossici.
E, nonostante siano passati 90 anni, questa opinione è rimasta tale nonostante non sia così e nonostante non ci sia una sola prova che lo confermi.
Soltanto 40 anni dopo, negli anni ’60, George Cahill scopri in realtà il cervello non andava solo a glucosio ma anche a chetoni, cioè proprio quelli che si è sempre creduto essere un sottoprodotto solo tossico.
E cosi si scopri l’arcano, cioè che c’era una differenza enorme tra “chetoacidosi” e “chetoacidosi diabetica”.
In pratica nei diabetici (e solo loro) che non controllano bene il loro glucosio, cioè troppo alto, possono andare in chetoacidosi, cioè con dei livelli di chetoni che possono arrivare anche a 15-20 mmol/L (con una dieta normale non si hanno) e un livello di acidità critico per l’organismo.
In effetti questo può essere molto pericoloso perché l’organismo per essere efficiente deve forzatamente mantenere il pH del sangue costantemente tra 7.35 e 7.45, perché ogni variazione potrebbe essere fatale, sia in alto (alcalino) sia in basso (acido).
Per esempio al di sotto di 7.2/7.0 c’è la morte.
La forma più comune di chetoacidosi è appunto la chetoacidosi diabetica, che di solito avviene nel diabete di tipo 1, ma può colpire anche il tipo 2.
Nel tipo 1 il pancreas non produce insulina, mentre nel tipo 2 le cellule dell’ organismo sono resistenti all’insulina e/o il pancreas produce dosi insufficienti di insulina.
L’ insulina ha il ruolo di:
1) Prendere il glucosio per essere utilizzato per l’energia
2) Mantenere il metabolismo dei grassi sotto controllo.
In certe condizioni, cioè quando il diabetico ha tanto glucosio nel sangue ma le cellule non sono in grado di assorbirlo, l’organismo allora mette in circolo acidi grassi al fine di produrre corpi chetonici.
Ma quando il glucosio è troppo alto i reni non sono in grado di filtrare e riassorbire correttamente, quindi il glucosio non è correttamente filtrato, portando con se la parte fluida del sangue e inoltre è smaltito con le urine.
Questo porta un minor volume del sangue con un’alta concentrazione di corpi chetonici, che sono leggermente acidi e conseguentemente possono pericolosamente abbassare il pH del sangue.
E’ la chetoacidosi diabetica.
Ma in realtà questo nuovo studio (1) dimostrerebbe che dipende dai bassi livelli di Vitamina D, che però non rientrano nella normale routine di controllo dei diabetologi:
“La possibile spiegazione della chetoacidosi diabetica che colpisce i livelli di vitamina D è l’inattività dell’enzima 1-alfa-idrossilasi e un aumento dell’escrezione renale di Vitamina D nelle proteine leganti. La presenza di recettori di vitamina D su cellule beta pancreatiche spiega il ruolo della vitamina D nella causa della chetoacidosi diabetica.”
Ma questo è il punto focale; per raggiungere questo stato i chetoni, come già detto, debbono raggiungere a 15-20 mmol/L, ma le persone normali, non diabetiche, anche stando a zero carboidrati per otto giorni consecutivi non superano MAI i 7 mmmol/L, senza intaccare minimamente il livello di acidità dell’ organismo.
Tutti gli studi lo provano.
TUTTI.
Ma tanto è impossibile da comprendere e chi non lo capisce molte volte nemmeno misura la Vitamina D che ne è la causa.
Ogni giorno qualcuno che i chetoni fanno male, non c’è verso, è impossibile.
Per esempio la Dott. Melania Rizzoli sul quotidiano “Libero” ha scritto:
“Le diete improvvisate caratterizzate da privazioni di carboidrati, produzione di corpi chetonici (…) vengono abbandonate dopo pochi giorni per malessere. (..). Meglio muoversi per consumare più calorie di quelle ingerite”.
Insomma i chetoni vengono sempre visti come il male assoluto, quindi bisogna controllare le calorie. ecc.
E Venezia è bella però non ci vivrei.
Tutto questo dura fin dal 1920 e durerà ancora per almeno 30-40 anni, cioè fino a quando qualcuno di loro scoprirà finalmente gli studi del 1960…
Bibliografia:
1.Cureus. 2019 Apr 18;11(4):e4497. doi: 10.7759/cureus.4497. Correlation Between Vitamin D Deficiency and Diabetic Ketoacidosis. Iqbal A1, Hussain A2, Iqbal A3, Kumar V4.
6 Commenti. Nuovo commento
Quando prevede di fare tappa a Milano con il tour ” Pasta…veleni” ?
Salve, per la prossima stagione da settembre
Grande Tozzi
Grazie sempre degli aggiornamenti.
Salve, cosa ne pensate del kefir di acqua e di latte?
Solo acqua ok